Ruolo e compiti dello psicologo forense in ambito giuridico


L’importanza della psicologia forense negli ambiti giuridici è in costante crescita, specie in considerazione dell’attenzione crescente alla tutela dei diritti del minore e della salvaguardia dell’individuo. Questo articolo esplora il ruolo cruciale dello psicologo forense e il suo contributo al sistema giuridico.

La psicologia forense è un’area della psicologia giuridica che si occupa specificatamente di valutare molteplici aspetti psicologici che possano avere una rilevanza all’interno dei processi giudiziari. Negli ultimi dieci anni, in cui è cresciuta l’attenzione nei confronti soprattutto della tutela del minore e del danno alla persona, la richiesta di valutazioni psicologiche all’interno di contesti giudiziari è assai aumentata. Alla luce di ciò, lo psicologo forense può essere definito un tecnico che ha una formazione a cavallo tra il diritto e la psicologia. Egli applica le sue conoscenze e competenze alle questioni giuridiche.


Ruolo e funzioni dello psicologo forense

Lo psicologo forense può operare come ausiliario del Giudice, se da questi nominato, nelle consulenze tecniche d’ufficio o nelle perizie o come consulente tecnico di parte. In quest’ultimo caso opera su diretto incarico ricevuto dalla Parte-Cliente o su proposta del Legale. Egli può anche operare come consulente tecnico nominato dal Pubblico Ministero.


Psicologia forense in ambito civile

In ambito civile, lo psicologo forense può essere convocato per intervenire in situazioni conflittuali, quali separazioni e divorzi. In questo contesto la questione principale diventa l’affidamento dei figli, dunque la valutazione delle capacità genitoriali, sia nei casi di affidamento extra-familiare, che nei procedimenti di adozione, al fine di valutare il danno psichico ed esistenziale a seguito di un trauma.


Psicologia forense in ambito penale

In ambito penale, invece, può occuparsi di:

  • valutare la capacità di intendere e di volere di un autore di reato al momento del fatto,
  • della sua imputabilità e della sua pericolosità sociale,
  • dell’accertamento delle condizioni di inferiorità psichica, in caso di reati sessuali subiti o della presenza di danni psichici conseguenti a maltrattamenti e violenze sessuali,
  • delle condizioni psichiche (infermità o deficienza psichica) delle vittime di circonvenzione,
  • della valutazione dell’idoneità a testimoniare di un testimone o di una vittima di reato.


Dr. Pietro Nadin
Psicologo Psicoterapeuta
Psicologo forense-Consulente Tecnico di Parte
Coordinatore Genitoriale

 


Dr. Pietro Nadin

Dopo aver conseguito il Master Universitario di 2° Livello in Neuropsicologia Forense e Criminologia Clinica presso l’Università di Padova, ha cominciato a svolgere il ruolo di Consulente Tecnico di Parte (CTP) in ambito civile e penale, in particolar modo riguardo separazioni, affidamento dei figli, valutazioni capacità genitoriali e audizioni minori in ambito penale.

È socio InCoge (Istituto Nazionale per la Coordinazione Genitoriale) e opera presso i propri studi come Coordinatore Genitoriale, in seguito ad opportuna formazione con La Scala Formazione.

La Coordinazione Genitoriale è un metodo di intervento innovativo di gestione del conflitto (ADR, soluzione alternativa alle controversie) nella crisi familiare separativa, che aiuta i genitori a prendere le decisioni migliori per i loro figli e ad attuare un piano genitoriale, organizzando i tempi e le modalità delle frequentazioni, consentendo di ridurre il conflitto e di creare, di conseguenza, meno danni ai figli.